La morte di un azionista o di un amministratore può comportare una serie di conseguenze negative per un’azienda.
Spesso, l’attenzione e il tempo dedicati alla costruzione e alla gestione di un’azienda di successo, non e’ proporzionato all’attenzione riservata alla pianificazione successoria, che è destinata a passare in secondo piano. Tuttavia, prendersi il tempo necessario per pianificare il piano da adottare in caso di malattia o morte inaspettata è fondamentale per evitare conseguenze potenzialmente devastanti per i familiari del titolare dell’azienda, per gli altri azionisti, per gli investitori, per i dipendenti e per l’azienda stessa.
Per stabilire cosa succede alle azioni di un azionista deceduto, il punto di partenza è controllare il contratto parasociale e lo statuto più recente. Se non ci sono disposizioni specifiche relative alla morte di un azionista, le azioni verranno ereditate in base al testamento del defunto o, in mancanza di testamento, in base alle regole in materia di successione ab intestato.
Il rischio di non includere alcuna disposizione specifica nel patto parasociale (o di non averne affatto) è che i membri della famiglia, che non hanno una reale conoscenza dell’azienda o del suo funzionamento, possano essere chiamati a prendere decisioni aziendali, talvolta con conseguenze potenzialmente enormi, in un momento già incredibilmente difficile. Gli interessi dei beneficiari potrebbero non essere necessariamente allineati con quelli degli altri azionisti, oppure potrebbero non avere alcun desiderio di essere coinvolti nell’azienda. Ciò può causare tensioni tra i parenti e tra la famiglia, gli azionisti e l’azienda.
Se il defunto è l’unico azionista, possono sorgere ulteriori problemi, come di seguito illustrato.
Se la società ha più di un amministratore, può continuare ad essere gestita come sempre. In pratica, i restanti amministratori si divideranno le responsabilità dell’azionista deceduto. Tuttavia, è bene tenere presente che la morte di un amministratore può comportare difficoltà nel raggiungimento del quorum assembleare, a seconda di quanto stabilito dallo statuto della società.
Se l’azionista defunto è anche l’unico amministratore della società, ma ci sono altri azionisti, gli azionisti superstiti possono riunirsi per nominare un nuovo amministratore della società.
Nel caso in cui il defunto fosse l’amministratore unico e l’unico azionista della società, le possibilità di trasferire le azioni dall’eredità del defunto dipenderanno, in ultima analisi, da quanto stabilito dallo statuto della società.
Per le società costituite prima dell’entrata in vigore del Companies Act 2006 (e supponendo che non siano stati adottati statuti su misura), i rappresentanti personali del defunto hanno l’obbligo di richiedere un’ordinanza del tribunale per la nomina di un nuovo amministratore, che probabilmente richiederà tempo e denaro. Questo perché gli articoli della “Tabella A” (l’insieme di articoli standard prima dell’entrata in vigore della nuova legislazione nel 2008) non conferiscono ai rappresentanti personali il diritto di nominare un nuovo amministratore che, a sua volta, può occuparsi delle formalità necessarie all’interno della società per registrare i rappresentanti personali come proprietari delle azioni.
Il ritardo causato dalla necessità di rivolgersi al tribunale può causare enormi problemi all’azienda nel frattempo. Se non viene nominato un amministratore, non è possibile accedere ai beni intestati alla società, non è possibile firmare contratti e non è possibile prendere decisioni. Ciò potrebbe significare che i fornitori e i dipendenti non potranno essere pagati per un certo periodo di tempo, in quanto non ci sono amministratori che autorizzano i pagamenti. È evidente che ciò potrebbe avere un impatto significativo sull’attività aziendale.
Se una società è stata costituita dopo l’entrata in vigore del Companies Act 2006 (e sono stati adottati i Model Articles, l’attuale serie di articoli standard), i rappresentanti personali possono nominare un nuovo amministratore senza dover richiedere un’ordinanza del tribunale. Se sono state adottate previsioni specifiche nello statuto, dipenderà da cosa prevedono tali articoli.
Come già detto, la proprietà finale delle azioni dipenderà da ciò che (eventualmente) è scritto nell’accordo tra gli azionisti o nello statuto su misura.
I problemi sopra descritti possono essere mitigati, sia al momento della costituzione che successivamente, da una regolare revisione dell’atto costitutivo e dei patti parasociali, con l’inserimento di disposizioni specifiche che prevedano la strategia da adottare in caso di decesso di un azionista. Cio’ diventa ancora più importante se una società e’ soggetta alla disciplina del Companies Act 1985, o se una società ha un amministratore unico e un unico azionista.
Le soluzioni possibili sono molteplici e la più adatta dipende dalle circostanze di ciascuna società: potrebbe essere utile prevedere il potere in capo ai rappresentanti personali di nominare un nuovo amministratore alla morte di un amministratore unico, oppure includere diritti che consentano agli azionisti superstiti di acquistare per primi le azioni del defunto.
Oltre a rivedere il patto parasociale e lo statuto, è fondamentale rivedere anche il testamento e le ultime deleghe.