Il 31 dicembre 2020, come è ormai noto, si è posto fine alla libera circolazione tra Regno Unito e Unione europea. Ciò ha comportato che i cittadini europei, quelli dello spazio economico europeo e i cittadini svizzeri presenti fisicamente nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020 hanno potuto presentare domanda ai sensi dell’EU Settlement Scheme, ottenendo un permesso permanente (settled status) o temporaneo (pre-settled status) per poter continuare a lavorare e vivere nel Regno Unito. Si ricorda che chi è in possesso dei requisiti per l’EU Settlement Scheme ha tempo fino al 30 giugno 2021 per poter fare domanda. Chi, invece, è entrato nel Regno Unito dopo il 1° gennaio 2021 è soggetto alle nuove norme sull’immigrazione e al sistema a punti. Infatti, per poter lavorare nel Regno Unito bisognerà avere un’offerta di lavoro da parte di un datore di lavoro che ha una licenza come sponsor e soddisfare tutti i requisiti previsti delle disposizioni in materia.
Fino al 30 giugno 2021, i cittadini dell’Unione europea, quelli dello spazio economico europeo e quelli svizzeri possono provare di avere il diritto di lavorare nel Regno Unito tramite il passaporto o la carta di identità. I datori di lavoro non possono chiedere alcuna documentazione aggiuntiva (ad esempio l’EUSS o il PBIS), perché ciò potrebbe essere considerato un atto discriminatorio. Potranno “consigliare” ai dipendenti di fornire altre prove, anche utilizzando il servizio online, ma non potranno obbligarli a farlo. Il governo ha inoltre confermato che i datori di lavoro non subiranno conseguenze civili se il controllo è eseguito secondo le previsioni legislative in vigore. Nel caso in cui il lavoratore non sia in grado di fornire validi documenti perché non conosce ancora l’esito della domanda presentata ai sensi dell’EUSS o del PBIS, il datore di lavoro dovrà contattare l’Employer Checking Service per potersi mettere al riparo da future responsabilità. Infine, non vi è l’obbligo di effettuare controlli per il passato sui cittadini che hanno iniziato a lavorare prima del 30 giugno 2021; tuttavia, se si decide di procedere è necessario farlo senza porre in essere atti discriminatori.
Dal 1° luglio 2021 ci saranno alcuni cambiamenti. Innanzitutto, i cittadini dell’UE, quelli dello spazio economico europeo e quelli svizzeri (ad esclusione dei cittadini irlandesi) non potranno usare la carta di identità né il passaporto per provare il loro diritto a lavorare nel Regno Unito, quindi dovranno dimostrare di rientrare nel regime dell’EU Settlement Scheme o del Sistema a punti. Sono da preferire le prove digitali in luogo di quelle fisiche. In particolare, i datori di lavoro hanno bisogno di:
- Uno share code che il dipendente dovrà condividere con il datore di lavoro;
- La data di nascita del lavoratore.
Nel caso in cui il dipendente sia impossibilitato a fornire prove online, il datore di lavoro potrà anche controllare i documenti in originale. Inoltre, sono necessari anche altri documenti, che variano a seconda del caso concreto al fine di non incorrere in responsabilità.
Infine, il datore di lavoro dovrà:
- Richiedere una licenza come sponsor se intende assumere cittadini europei e non;
- Eseguire controlli sul diritto al lavoro dei propri dipendenti;
- Raccomandare ai propri dipendenti di presentare domanda nello schema dell’EU Settlement Scheme, se in possesso dei requisiti;
- Mettere in atto procedure di controllo del diritto al lavoro complete e affidabili e garantire che tutto il personale sia adeguatamente formato.