Il trattamento normativo delle questioni relative al fintech in Portogallo dipende molto dalla qualificazione legale dei diversi tipi di aziende fintech o dai prodotti e servizi offerti. Le principali preoccupazioni legali e regolamentari nel settore fintech riguardano i servizi di pagamento, le attività legate al denaro elettronico, le piattaforme di crowdfunding e gli asset crittografici. Ad oggi, le due principali categorie di aziende fintech sono le istituzioni di servizi di pagamento e gli emittenti di denaro elettronico, entrambe regolate dal Decreto-Legge n. 91/2018 del 12 novembre 2018, che da attuazione al Quadro Normativo per i Servizi di Pagamento e il Denaro Elettronico (PSEMLF), il quale ha recepito la Direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 (PSD II) nel quadro legale portoghese. Il PSEMLF ha anche creato la regolamentazione necessaria per fornitori terzi come i fornitori di servizi di iniziazione di pagamento (PISP) e i fornitori di servizi di informazione sui conti (AISP) per entrare nel mercato portoghese. Le piattaforme di crowdfunding sono regolate dalla Legge n. 102/2015 del 24 agosto 2015 e dalla Legge n. 3/2018 del 9 febbraio 2018, oltre che dal Regolamento 1/2016 della Commissione Portoghese del Mercato dei Titoli (CMVM). Più recentemente, alcuni attori tradizionali del mercato si sono posizionati nel segmento fintech, sia perché hanno sviluppato tecnologie all’avanguardia per perseguire attività di intermediazione, sia perché hanno collaborato con startup e scale-up per offrire soluzioni bancarie user-friendly.
Dal 1 settembre 2020, la Banca del Portogallo (BoP) è stata designata come l’autorità competente per la registrazione e la verifica della conformità alle disposizioni legali e regolamentari applicabili in materia di antiriciclaggio (AML) e contrasto al finanziamento del terrorismo (CFT) da parte delle entità che svolgono determinate attività coinvolgenti asset virtuali. Tuttavia, va chiarito che la responsabilità della BoP è limitata alla prevenzione dell’AML/CFT e non copre altri ambiti della condotta bancaria prudenziale.
L’approccio del legislatore e delle autorità regolamentari portoghesi al fintech è stato in qualche modo neutrale, il che ha portato al ritardo nella trasposizione della PSD II (un ritardo di quasi un anno rispetto alla scadenza del 13 gennaio 2018). Questo è vero anche dal punto di vista fiscale, poiché in Portogallo non esiste un regime legale specifico per gli incentivi fiscali legati al fintech.
Nel 2021, il governo portoghese ha approvato il Decreto-Legge n. 67/2021 del 30 luglio 2021, che definisce il quadro legale e il modello di governance per la promozione dell’innovazione basata sulla tecnologia attraverso la creazione di zone franche tecnologiche (ZLT). Questa legge non crea ZLT di per sé, ma stabilisce le condizioni di base per la loro futura creazione da parte degli interessati (ognuna delle quali richiederà un atto separato). Sebbene le ZLT siano, in effetti e conformemente a questa legge, considerate sandbox regolamentari, poiché le autorità regolamentari competenti monitoreranno direttamente e permanentemente i test effettuati al loro interno, l’obiettivo è andare oltre la creazione di “sandbox regolamentari” disparate, “spazi di innovazione”, “spazi sperimentali” o “laboratori viventi” creati per settori specifici e invece adottare un approccio integrato e trasversale (cioè, che attraversi più di un settore e che quindi può essere soggetto a diverse normative e regolatori, tra cui la BoP e la CMVM) per le attività di sperimentazione, riducendo quindi gli oneri e promuovendo una cultura di sperimentazione. La prima ZLT è stata implementata in Portogallo nel corso del 2022.
Oltre a quanto sopra, i regolatori finanziari portoghesi (cioè, la BoP, la CMVM e l’Autorità per le Assicurazioni e i Fondi Pensione) hanno implementato il programma Portugal FinLab (ora alla sua quinta edizione) con lo scopo di stabilire un canale di comunicazione facilmente accessibile tra imprenditori e aziende emergenti, da una parte, e i regolatori finanziari, dall’altra, volto a supportare le imprese fintech nell’affrontare le sfide e le preoccupazioni legali e regolamentari poste dai regolatori. Inoltre, i regolatori hanno mostrato un crescente interesse per queste questioni, come dimostrato dalla loro partecipazione a conferenze legate al fintech e dalla divulgazione sui loro siti web delle informazioni rilasciate durante queste conferenze.