Una società si considera residente in Norvegia se:
- Rispetta i requisiti per la costituzione, previsti dal diritto societario norvegese;
- È de facto gestita in Norvegia.
Per valutare se la gestione della società avviene effettivamente sul territorio norvegese bisogna considerare non solo il luogo in cui si svolgono le attività degli amministratori ma anche quello relativo alla gestione quotidiana della società, senza sottovalutare nessun aspetto connesso all’organizzazione e alle attività commerciali della società. Non si può, di certo, considerare residente in Norvegia una società che ha la residenza fiscale in un altro Paese.
La legislazione fiscale norvegese non offre una definizione chiara di stabile organizzazione, PE (permanent establishment). La regola generale prevede, infatti, che una società costituita all’estero che svolge o partecipa ad un’attività in Norvegia sarà considerata come entità soggetta a tassazione. Poiché la maggior parte dei trattati fiscali bilaterali norvegesi si basa sul modello di convenzione fiscale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e sull’ampia rete di trattati fiscali della Norvegia, la definizione di PE sarà, di norma, decisiva per la tassazione di un’impresa in Norvegia.
Le plusvalenze su azioni realizzate da azionisti societari non residenti non sono soggette a tassazione in Norvegia a meno che l’azionista straniero non abbia una PE in Norvegia e le azioni siano effettivamente collegate alla PE o alla presenza in Norvegia e non siano coperte dall’esenzione dalla partecipazione.
Le attività sulla piattaforma continentale norvegese relative alle risorse petrolifere costituiranno una presenza imponibile come PE dopo un determinato periodo di attività, spesso anche solo 30 giorni in un periodo di 12 mesi.