In caso di mancato rispetto dell’obbligo di presentazione di istanza di fallimento, gli amministratori sono personalmente responsabili nei confronti dei creditori per qualsiasi danno cagionato da tale omissione.
I membri del consiglio di amministrazione e i liquidatori sono passibili di sanzioni pecuniarie o reclusione fino a due anni. Tuttavia, nella pratica, i procedimenti penali sono raramente avviati.
In caso di mancato avvio della procedura fallimentare, i membri del consiglio di amministrazione possono essere responsabili in solido nei confronti della società per i danni cagionati.
I membri del consiglio di amministrazione di una società a responsabilità limitata o di una società per azioni hanno l’obbligo generale di agire con diligenza nella gestione della societa’.
Gli amministratori devono, inoltre, preservare la liquidità finanziaria della società, gestire e monitorare il rischio di credito, il rischio di mercato, il rischio operativo e il rischio di liquidità, e hanno un dovere specifico di agire in caso di inadeguatezza patrimoniale. In caso di violazione di tali doveri, la società ed i componenti del consiglio di amministrazione possono incorrere in sanzioni pecuniarie.
In caso di controversie, gli amministratori devono provare di aver agito con la dovuta diligenza, in caso contrario verranno ritenuti responsabili dei danni procurati.
Nelle procedure pre-fallimentari, gli amministratori ed i dirigenti societari continuano a rappresentare la società sotto la vigilanza del curatore fallimentare.
Nella procedura fallimentare, il curatore assume le funzioni di tutti gli organi sociali – consiglio di gestione, consiglio di sorveglianza e assemblea dei soci.