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Il Tribunale commerciale inglese ha emesso un’importante sentenza, che evidenzia l’approccio adottato dal tribunale inglese in caso di conflitto tra clausole di giurisdizione e clausole arbitrali (“Clausole concorrenti”) e l’effetto di una clausola di gerarchia su tali Clausole concorrenti.
Nella causa Tyson International Company Ltd contro GIC Re, India, Corporate Member Limited, è stato stabilito che la clausola, che stabiliva la competenza del tribunale inglese, prevalesse sull’ accordo, che, invece, prevedeva il ricorso all’arbitrato a New York, a causa dell’interpretazione effettuata dal tribunale della clausola di gerarchia, contenuta all’interno di uno degli accordi. Di conseguenza, il tribunale ha concesso un’ingiunzione finale anti-arbitrato, ma ha rifiutato di sospendere i procedimenti paralleli davanti al tribunale inglese, ai sensi della sezione 9 dell’Arbitration Act del 1996. Questo articolo analizza, quindi, la decisione in oggetto e le sue possibili implicazioni per le parti commerciali.
Tyson International Company Ltd (“TICL”) era l’assicuratore vincolato1 di Tyson Foods Inc (“Tyson”), che assicurava i rischi di proprietà di Tyson con una polizza vincolata. TICL riassicurava i rischi di proprietà su base facoltativa2 con GIC (e altri riassicuratori). GIC ha emesso due Market Reform Contracts (“MRC”) – accordi standard nel mercato della riassicurazione di Londra – che prevedevano la giurisdizione esclusiva dei tribunali inglesi ed erano regolati dal diritto inglese.
I certificati facoltativi sono documenti di riassicurazione, che forniscono copertura per un rischio specifico, consentendo ai riassicuratori di accettare o rifiutare ogni rischio caso per caso. Nel caso in oggetto, nove giorni dopo la firma dei MRC, è stato emesso un certificato facoltativo per ogni polizza, basato su un modulo standard statunitense, noto come “MURA” o “Market Uniform Reinsurance Agreement” (il “Certificato/i facoltativo/i”), cosi’ come modificato dalle parti. I certificati facoltativi prevedevano il ricorso all’arbitrato a New York e l’applicazione del diritto vigente nello Stato di New York come diritto sostanziale applicabile. L’arbitrato era indicato come “condizione sospensiva di qualsiasi diritto di azione” ai sensi dei MURA. Qualora le controversie non fossero state risolte mediante arbitrato, i certificati facoltativi prevedevano la giurisdizione di qualsiasi tribunale competente negli Stati Uniti. Ogni certificato facoltativo includeva anche una clausola di completezza ed una clausola di gerarchia, che stabiliva che il certificato facoltativo era “accettato dalle parti secondo i termini e le condizioni del MRC” (la “clausola di gerarchia”).
Il London Market Group (un organismo di settore, che rappresenta le imprese assicurative di Londra) fornisce una serie di linee guida, che riconoscono, espressamente, la possibilita’ per i certificati di riassicurazione di contenere proprie disposizioni sulla legge applicabile e sul foro competente, ma sottolinea, altresi’, l’importanza di di verificare tali clausole al fine di evitare possibili conflitti con le disposizioni esplicite contenute nel MRC. Tuttavia, quando si tratta di contratti commerciali, non necessariamente operanti nel settore assicurativo, le clausole concorrenti possono essere più frequenti e, pertanto, la sentenza inglese fornisce un utile riflessione su come tali clausole possano essere interpretate.
LA CONTROVERSIA E LA STORIA PROCESSUALE
A seguito di un incendio in uno degli stabilimenti di Tyson, TICL ha accettato la copertura per le perdite subite da Tyson Foods e, dopo aver notificato la perdita a GIC, non solo si e’ vista negare il rimborso del relativo indennizzo, come, invece, previsto ai sensi del contratto di riassicurazione, ma ha anche dovuto registrare la pretesa da parte di GIC di rescindere il contratto. Le parti, tuttavia, non risultavano essere d’accordo su chi fosse competente a pronunciarsi sulla controversia relativa alla copertura. GIC ha fatto ricorso, infatti, ad un arbitrato a New York per risolvere la controversia (come previsto dai Certificati Facoltativi), mentre TICL ha preferito ricorrere ai tribunali inglesi (come stabilito da MRC):
- GIC ha inizialmente chiesto un provvedimento inibitorio ad un tribunale di New York, che vietasse a TICL di avviare qualsiasi procedimento giudiziario nel Regno Unito, sulla base del fatto che l’arbitrato era una condizione precedente a qualsiasi diritto di azione secondo quanto previsto dai Certificati Facoltativi (“Mozione ”);
- dopo essere venuta a conoscenza di tale istanza, il giorno successivo TICL ha presentato un reclamo al tribunale inglese, che ha disposto un provvedimento d’urgenza, con cui intimava a GIC di ritirare immediatamente la propria istanza. Tale provvedimento è stato “volontariamente ignorato” da GIC e il tribunale del distretto meridionale di New York ha emesso una sentenza in tal senso;
- più o meno nello stesso periodo, GIC ha presentato una richiesta di arbitrato, nominando un arbitro. TICL ne è venuta a conoscenza solo qualche settimana dopo, ma ha poi chiesto al tribunale inglese di emettere un nuovo provvedimento d’urgenza contro l’arbitrato;
- le parti hanno presentato ulteriori richieste ai tribunali inglesi. GIC ha chiesto l’annullamento del provvedimento cautelare contro l’arbitrato e TICL ha chiesto di rendere tale provvedimento cautelare definitivo. GIC ha anche presentato una richiesta al tribunale, manifestando la propria intenzione di contestare la giurisdizione del tribunale inglese;
- nel febbraio 2024, il giudice ha stabilito che il provvedimento d’urgenza doveva rimanere valido fintanto che non fosse stata decisa qualsiasi richiesta da parte di GIC di contestare la giurisdizione del tribunale inglese, inclusa qualsiasi richiesta formulata ai sensi della sezione 9 dell’ Arbitration Act. Ha, quindi, provveduto a respingere la richiesta di GIC di annullamento del provvedimento di urgenza contro l’arbitrato.
Questa pronuncia fa espressamente riferimento alla (i) richiesta, formulata da GIC, nel marzo 2024, di sospendere il procedimento giudiziario inglese ai sensi della sezione 9 dell’Arbitration Act 1996 (“Richiesta di Sospensione”) e alla (ii) richiesta, formulta, invece da TICL, nel maggio 2024, per un anti-suit injunction, provvedimento inibitorio permanente (o alternativamente continuato), che vietasse appunto a GCI di promuovere o di continuare il procedimento davanti ad un organo arbitrale di New York. Entrambe le richieste sono state esaminate insieme dal giudice Nigel Cooper KC il 18 luglio 2024 e la sentenza è stata emessa il 21 gennaio 2025.
QUESTIONI CHE DEVONO ESSERE DECISE DAL TRIBUNALE INGLESE
In sintesi, il Tribunale commerciale doveva:
- accertare il rapporto contrattuale tra i MRC e i certificati facoltativi; e
- interpretare il significato e decidere l’effetto della clausola di gerarchia (compresa la trattazione delle argomentazioni specifiche delle parti in merito al suo effetto).
LE CONCLUSIONI DEL TRIBUNALE INGLESE
APPROCCIO IN CASO DI CLAUSOLE CONCORRENTI
La decisione fornisce un importante analisi dei quattro principi chiave nell’interpretazione dei contratti in presenza di clausole concorrenti, stabiliti nella causa Surrey CC contro Suez Recycling Surrey Ltd del 2021:
- Ove possibile, il Tribunale dovrebbe sforzarsi di dare effetto ad una clausola arbitrale in presenza di una clausola di giurisdizione concorrente. Ha la facoltà di farlo in caso di redazione infelice, ma non può farlo se le clausole sono in diretto conflitto tra loro e del tutto inconciliabili e non e’, dunque, possibile dare alcun senso a quella che era l’intenzione delle parti.
- A meno che non sia espressamente e chiaramente indicato il contrario, vi è una forte presunzione che le parti abbiano concordato un unico tribunale per la risoluzione di tutte le controversie, almeno quando esiste un solo accordo tra di loro.
- Quando due accordi contengono disposizioni diverse per la risoluzione delle controversie, l’esito può dipendere dalla natura del secondo accordo e dalla sua relazione con il primo. Un secondo accordo, che varia il primo, sarà, probabilmente, considerato in modo diverso da un secondo accordo, che si discosta nettamente dal primo. Il desiderio di un unico punto di riferimento implica che, ove possibile, le clausole dovrebbero essere considerate come reciprocamente esclusive nel loro ambito di applicazione piuttosto che sovrapposte. Tuttavia, un certo grado di frammentazione può essere inerente a quanto concordato, nel qual caso sarà rilevante il baricentro di una determinata controversia.
- Quando un contratto contiene una clausola di gerarchia, non dovrebbe esserci alcun tentativo di trovare o meno un conflitto tra due clausole. Le normali regole di interpretazione del contratto dovrebbero essere applicate e solo se queste portano alla conclusione che le due disposizioni sono inconciliabili allora è necessario ricorrere alla clausola di conflitto.
STATUS CONTRATTUALE DEI DOCUMENTI
Il tribunale ha osservato che “non esiste una prassi di mercato uniforme tra i riassicuratori londinesi per quanto riguarda lo status contrattuale dei MRC e dei certificati facoltativi” e, di conseguenza, le prove della prassi di mercato sono state di scarsa utilità, se non nulle, per determinare lo status contrattuale di tali documenti. I riassicuratori, che hanno negoziato con TICL, hanno tutti adottato un “approccio individuale” per quanto riguarda la volontà di ottenere un certificato facoltativo e, in tal caso, l’inclusione o meno di una clausola gerarchica, che chiarisca che il MRC deve avere la precedenza.
La corte ha ritenuto di essere vincolata dalla decisione della Corte d’Appello, emessa nel 2024, nella controversia di TICL contro Partner Reinsurance Europe SE, secondo cui il certificato facoltativo era un documento contrattuale separato, che avrebbe dovuto sostituire il contratto contenuto nel MRC (Master Reinsurance Certificate). In quel caso, la copertura era stata stipulata in modo simile tra TICL e Partner Re come riassicuratore, con le parti che concordavano la copertura secondo i termini di un MRC e poi concordavano i termini di un certificato facoltativo per la stessa copertura. Tuttavia, in quel caso non c’era una clausola di gerarchia nel certificato facoltativo. Ciononostante, la Corte d’Appello ha accolto il principio secondo cui una clausola di gerarchia formulata in modo appropriato possa annullare gli effetti della clausola di completezza contenuta in un certificato facoltativo. Se questo fosse il caso anche nella presente controversia era una questione legata alla corretta interpretazione della clausola di gerarchia e ai suoi effetti.
SIGNIFICATO ED EFFETTO DELLA CLAUSOLA DI GERARCHIA
La corte ha fornito utili commenti sulle clausole di gerarchia. Ha affermato che la confusione può sorgere (i) all’interno di un contratto, in cui vi sono clausole incoerenti e non è chiaro quale clausola debba prevalere o (ii) in cui vi sono termini incoerenti in due contratti separati e non è chiaro quale termine debba prevalere.
In questo caso, dati i diversi fori e le diverse leggi concordate, c’era “evidente confusione” su quali disposizioni di risoluzione delle controversie dovessero essere applicate. Il tribunale ha esaminato le due possibili interpretazioni della clausola di gerarchia, ossia (1) un meccanismo per risolvere potenziali conflitti tra i due contratti o (2) una disposizione secondo cui il contratto precedente deve essere utilizzato per risolvere l’incertezza sul significato dei termini contenuti nel contratto successivo, e ha affermato che un professionista assicurativo esperto è più propenso a includere (1) in un contratto assicurativo successivo. Di conseguenza, ha interpretato la clausola di gerarchia nel senso di dare precedenza alla clausola di giurisdizione nei MRC rispetto all’accordo arbitrale nei certificati facoltativi.
Ha respinto le argomentazioni di GIC secondo cui la clausola di giurisdizione e l’accordo arbitrale devono essere letti insieme (sia sulla base del fatto che l’accordo arbitrale è una clausola Scott contro Avery, sia perché la clausola di giurisdizione può essere letta come se conferisse ai tribunali inglesi la giurisdizione di controllo sull’arbitrato di New York) per tre motivi:
- Ignorerebbe l’intenzione delle parti che i termini dei Certificati Facoltativi sostituiscano i termini dei MRC a meno che non vi sia “confusione” (nel qual caso i termini dei MRC dovrebbero prevalere).
- Si discosterebbe dal concetto che, ove possibile, le parti intendono che le loro controversie siano risolte davanti a un unico tribunale o foro.
- Interpretarle insieme priverebbe la clausola di giurisdizione di qualsiasi scopo sensato, poiché qualsiasi arbitrato si svolgerebbe a New York, sarebbe soggetto alla legge di New York e le parti avrebbero anche previsto la giurisdizione dei tribunali degli Stati Uniti. Ha affermato che è “estremamente improbabile” che professionisti assicurativi esperti (come quelli di TICL e GIC) accettino l’arbitrato di New York con i tribunali inglesi, che hanno giurisdizione di vigilanza e i tribunali degli Stati Uniti, che hanno anche una giurisdizione residua.
RIMEDIO CONCESSO
Il tribunale si è ritenuto soddisfatto, in base a una preponderanza delle prove, che la richiesta di sospensione forulata da GIC non sia stata accolta, in quanto la clausola di giurisdizione ha prevalso sulla clausola arbitrale. Ha, quindi, concesso l’ingiunzione anti-arbitrato di TICL in via definitiva.
IMPLICAZIONI PER LE PARTI COMMERCIALI
La sentenza fornisce utili indicazioni sulle conseguenze delle clausole concorrenti e sull’impatto che una clausola di gerarchia può avere sull’approccio abituale del tribunale alla corretta interpretazione di tali clausole (illustrato nel caso Surrey CC). Essa rafforza la posizione favorevole del tribunale inglese verso l’arbitrato, nonché il suo approccio commerciale e pragmatico nell’interpretazione delle clausole di gerarchia.
La decisione evidenzia anche le difficoltà, che possono derivare da clausole concorrenti in contratti correlati e ricorda alle parti commerciali di prestare molta attenzione al modo in cui redigono le clausole di risoluzione delle controversie e le disposizioni di legge applicabili. Se le parti scelgono di includere una clausola di gerarchia, dovrebbero utilizzare un linguaggio chiaro per evitare controversie di questo tipo. Ricorda inoltre alle parti di considerare il potenziale impatto delle controversie nell’ambito di contratti correlati riguardanti le stesse questioni sostanziali, che vengono decise in più sedi (ad esempio: il rischio di decisioni contrastanti).
A cura di Stefano Linares, Esq.
Note:
- Un assicuratore vincolato è una società interamente controllata creata per fornire copertura assicurativa alla società madre (può aiutare a ridurre i costi assicurativi per la società madre).
- La copertura è negoziata e concordata tra la compagnia di assicurazione e il riassicuratore per ogni rischio specifico.