La Confederazione dell’Industria Britannica (CBI) ha, recentemente, pubblicato il Sondaggio sui Servizi Finanziari, i cui risultati dimostrano l’effetto che la Brexit sta avendo sull’immigrazione e, in particolare, sul settore dei servizi finanziari.
Sono circa 1,1 milioni i posti di lavoro nel Regno Unito nel settore dei servizi finanziari. Storicamente, in tale settore circa un quinto dei lavoratori provengono dall’estero. Tuttavia, i problemi causati in gran parte dalla Brexit hanno reso più difficile l’assunzione di personale dall’estero e, nel complesso, l’immigrazione nel settore è diminuita. Inoltre, si stima che, dal 2016, oltre 7.600 posti di lavoro siano stati trasferiti dal Regno Unito all’UE.
Il sondaggio ha dimostrato che, di conseguenza, il settore dei servizi finanziari si è orientato verso il miglioramento delle competenze dei dipendenti esistenti, piuttosto che cercare candidati dall’estero. La CBI ha dichiarato, infatti, che dal sondaggio e’ emerso l’impegno delle società che offrono servizi finanziari a migliorare le competenze e la riqualificazione del personale esistente. La CBI ritiene, inoltre, che il miglioramento delle competenze sia vantaggioso da un punto di vista economico, con un risparmio stimato di £49.100 per dipendente, rispetto ai costi sostenuti per il reclutamento di personale dall’estero.
I risultati dell’indagine non significano che l’immigrazione non possa ancora essere una risorsa importante per il settore dei servizi finanziari. In effetti, la CBI ha chiesto che le procedure di richiesta di visti per il Regno Unito siano semplificate, nella speranza che i livelli di immigrazione nel settore finanziario tornino a quelli antecedenti la Brexit.
Con la recente notizia che il Regno Unito continua ad essere il paese più attraente d’Europa per gli investimenti internazionali nei servizi finanziari, vi e’ la speranza che l’immigrazione nel settore riprenda. Nonostante i risultati alquanto negativi del sondaggio sull’immigrazione, il governo, nell’aprile 2022, aveva annunciato l’introduzione di nuove categorie di visti d’affari, con l’obiettivo di modificare e aggiornare percorsi esistenti per attrarre talenti dall’estero e per offrire opportunità alle imprese in crescita e ai neolaureati provenienti da università internazionali. Percorsi di particolare rilevanza per il settore dei servizi finanziari sono:
- Il visto per lavoratori senior o specializzati: tale categoria si sostituisce all’Intra Company Transfer Visa e si rivolge ai lavoratori stranieri che svolgono incarichi di lavoro temporaneo nel Regno Unito, dove il lavoratore è un dirigente senior o un dipendente specializzato che viene assegnato a un’azienda del Regno Unito collegata al datore di lavoro all’estero.
- Visto per individui ad alto potenziale: si tratta di un percorso non sponsorizzato, quindi i titolari di questo visto sono liberi di lavorare per qualsiasi datore di lavoro nel Regno Unito. Il percorso e’ studiato per i neolaureati provenienti dalle migliori università mondiali che desiderano cercare lavoro nel Regno Unito dopo aver completato un corso di studi idoneo. I candidati devono aver studiato a livello universitario o superiore e aver ottenuto la qualifica nei cinque anni precedenti la data di presentazione della domanda di visto. A coloro che hanno conseguito un dottorato di ricerca verrà concesso un visto della durata di tre anni, mentre agli altri candidati verra’ concesso un visto valido per due anni. Home Office rilascerà un elenco di università idonee e l’università frequentata dal richiedente deve essere ricompresa in tale elenco alla data in cui ha ottenuto il titolo. Tuttavia, tale percorso non e’ idoneo all’ottenimento del settlement nel Regno Unito, di conseguenza, i titolari di questo visto dovranno passare ad un’altra categoria di visti qualora intendano rimanere nel Regno Unito dopo la scadenza del visto attuale.