Il 1° giugno 2022, il Governo federale e i vari governi regionali del Belgio hanno redatto una bozza di cooperazione per introdurre un meccanismo di controllo degli investimenti diretti esteri (Foreign Direct Investments – FDI). Gia’ a marzo 2020, a seguito del Regolamento UE 2019/452, la Commissione europea aveva invitato gli stati membri a introdurre un sistema di controllo degli Investimenti diretti esteri (IDE). La bozza di accordo prevede che il controllo degli investimenti deve essere effettuato dall’Interfederal Screening Committee (ISC), composto da rappresentanti del governo federale e dai rappresentanti locali. In pratica, il controllo consiste nella approvazione da parte dell’ISC della transazione, che deve dunque essere preventivamente notificata all’ISC. La mancata notifica comportera’ l’applicazione di sanzioni amministrative fino al 10% o al 30% del valore dell’investimento, a seconda della natura della violazione. Secondo la bozza di accordo, devono essere notificati gli investimenti extra-UE che rientrano tra il 10% e il 25% delle azioni di una società – a seconda delle attività della società – come ad esempio:
- Acquisizioni del 10% o più dei diritti di voto in entità belghe attive nei settori della difesa, dell’energia e della sicurezza informatica, a condizione che il fatturato belga superi i 100 milioni di euro;
- Acquisizioni di oltre il 25% dei diritti di voto in entità belghe attive in tecnologie di interesse strategico nel settore biotecnologico, a condizione che il fatturato belga superi i 25 milioni di euro;
- Acquisizioni di oltre il 25% dei diritti di voto in entità belghe, indipendentemente dalle loro dimensioni o dal loro fatturato, che sono coinvolte in un’ampia gamma di attività, quali:
- Infrastrutture che presentano delle criticita’ e che sono relative, ad esempio, a energia, acqua, trasporti, salute, comunicazioni, media, elaborazione o archiviazione dei dati, aerospazio e difesa;
- Tecnologie e materie prime di importanza fondamentale per la sicurezza, la difesa e la sicurezza pubblica del Paese, equipaggiamenti militari e tecnologie di importanza strategica (ad esempio intelligenza artificiale, semiconduttori, robotica, sicurezza informatica, aerospazio, difesa, ecc.);
- la fornitura di energia o materie prime;
- l’accesso a informazioni sensibili, compresi i dati personali, o gli strumenti di gestione di tali informazioni;
- sicurezza privata;
- Libertà e pluralismo dei media.
Il meccanismo di controllo sopra descritto è ancora in forma di bozza. La bozza di accordo di cooperazione è stata ora sottoposta al parere del Consiglio di Stato, dopodiché dovrà essere approvata dai diversi governi. Il sistema definitivo dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2023. Tuttavia, gli attuali investitori dovrebbero seguire con attenzione gli sviluppi della questione, poiché il sistema di controllo – sebbene non avra’ efficacia retroattiva – si applicherà probabilmente a tutti gli IDE non ancora conclusi al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa.