Le parti stipulano contratti al fine di garantire che gli obblighi concordati reciprocamente siano rispettati in forza di legge. Tuttavia, le circostanze possono cambiare nel tempo: il contratto potrebbe non essere piu’ vantaggioso dal punto di vista commerciale, una parte potrebbe non adempiere ai propri obblighi o, ancora, circostanze esterne – come la pandemia COVID-19 – potrebbero rendere il contratto non eseguibile o dannoso per una parte contraente. Di conseguenza, una parte potrebbe voler terminare il contratto.
Quando un contratto viene risolto, tutti le obbligazioni future previste dai termini contrattuali vengono meno. Tuttavia, il contratto non è trattato come se non fosse mai esistito. Obblighi secondari possono continuare a sorgere, come, ad esempio, l’obbligo di risarcire i danni per inadempimento contrattuale e gli obblighi di un garante. Inoltre, le cosiddette “survival clauses” – ovvero quelle clausole che stabiliscono le obbligazioni che devono essere adempiute anche dopo la risoluzione contrattuale – rimarranno in vigore. Le “clausole di sopravvivenza” (boilerplate) includono le clausole relative alla riservatezza, limitazione di responsabilita’ e clausole compromissorie intese a preservare i diritti e le responsabilita’ maturati dalle parti.
Cause di risoluzione
Ci sono varie cause che portano alla risoluzione di un contratto, previste dalla common law o dal contratto stesso. Vediamo alcune cause che riconoscono alla parte lesa il diritto a risolvere il contratto.
Common Law inglese
Secondo i principi di common law, le parti hanno diritto a recedere in caso di violazione grave dei termini contrattuali. Cio’ puo’ includere:
Violazione di un termine implicito: un termine contrattuale si dice implicito quando, ad esempio, è necessario per dare efficacia commerciale al contratto o è così ovvio da considerarsi un termine contrattuale senza la necessita’ di prevederlo espressamente. Tale termine non sara’ stato espressamente concordato dalle parti, ma è implicito nel contratto sia per legge che common law. In caso di violazione, potrebbe sorgere il diritto alla risoluzione contrattuale.
Violazione di una condizione: una condizione è un termine che va, secondo i principi di common law, “to the root of a contract”, ovvero un termine essenziale del contratto. In caso di violazione, la parte lesa ha il diritto di risolvere il contratto o di affermarlo, oltre al diritto di chiedere il risarcimento del danno subito. Non importa quanto minori siano le conseguenze, la violazione di una condizione fara’ sempre sorgere il diritto di recesso. Al contrario, la violazione di una warranty – garanzia – non determinera’ la risoluzione contrattuale, indipendentemente dalla gravita’ dell’effetto prodotto, sebbene la parte innocente possa richiedere il risarcimento dei danni subiti.
Violazione di un “innominate term”: un “termine innominato” e’ un termine che non puo’ essere definito né come una “condizione” né come una “garanzia”. Se la violazione di tale termine priverebbe, in modo sostanziale, la parte innocente del beneficio derivante dal contratto, cio’ è sufficiente per dare alla parte innocente il diritto di recedere e chiedere il risarcimento dei danni.
Cause di risoluzione previste nel contratto
Sebbene la common law dia diritto di risolvere il contratto in caso di violazione delle condizioni o grave violazione di un termine innominato, il contratto stesso puo’ prevedere la possibilita’ di risolvere il contratto anche senza il verificarsi di una tale violazione. Un evento di inadempimento (event of default – EOD) è una circostanza predeterminata in un accordo commerciale, il cui verificarsi darà alla parte innocente il diritto di risolvere il contratto. Tipici EOD includono l’insolvenza di una delle parti, un cambiamento sostanziale delle circostanze che ha un effetto negativo per le parti, violazione reciproca di patto e violazione di una rappresentazione. Un contratto puo’ anche prevedere un periodo di preavviso per la risoluzione o specificare un termine minimo dopo il quale la risoluzione puo’ essere esercitata.
Risoluzione dei contratti di noleggio
Gli accordi di noleggio (Charter Party agreements) sono molto diffusi nell’ambito dei trasporti commerciali. Gli accordi standard sono comunemente usati, con i dettagli espressamente previsti dalle parti, dai loro broker o dagli avvocati. Che siano standard o personalizzati, i contratti di noleggio contengono, in genere, le seguenti disposizioni relative alla risoluzione:
Risoluzione da parte del noleggiatore: la maggior parte dei contratti di noleggio contiene disposizioni che prevedono la possibilita’ per il noleggiatore di terminare il contratto se la nave non arriva entro i termini o se la nave non è pronta per essere caricata entro una certa data.
Risoluzione da parte dell’armatore: l’armatore ha diritto di risolvere un contratto di noleggio a tempo per mancato pagamento del canone convenuto. In molti contratti, l’armatore puo’ essere tenuto a inviare un preavviso al noleggiatore, affermando che, a meno che il pagamento non venga effettuato entro il termine specificato, l’armatore avra’ diritto a risolvere il contratto.
Risoluzione da parte di una delle parti: vari sono gli inadempimenti specificati in un contratto che possono autorizzare la parte innocente a risolvere il contratto, come, ad esempio, le clausole di risoluzione in caso di guerra, in base alle quali ciascuna delle parti puo’ risolvere il contratto a causa dello scoppio di una guerra tra paesi predefiniti. Talvolta, puo’ essere inclusa una clausola di forza maggiore, che libera entrambe le parti da obblighi o responsabilita’ al verificarsi di un evento al di fuori del ragionevole controllo delle parti, tale da impedire a una parte di adempiere alla propria obbligazione contrattuale. Infine, la violazione di un termine implicito, di una condizione o di un termine innominato, insieme ad altri motivi previsti dalla common law inglese, puo’ permettere alla parte innocente di risolvere il contratto.
Agire con diligenza
È importante intraprendere tutte le azioni necessarie per risolvere il contratto, poiche’ le disposizioni di risoluzione, contenute nel contratto, non prevedono, normalmente, la risoluzione automatica. Inoltre, tali azioni devono essere intraprese entro i termini previsti, poiché il diritto al recesso potrebbe venir meno in caso di ritardo. E’ opportuno considerare la base giuridica che consente la risoluzione, assicurandosi che il preavviso identifichi le cause per la risoluzione.
Occorre prestare attenzione al processo decisionale. La risoluzione di un contratto, se una parte non ne ha diritto, potrebbe costituire essa stessa una violazione contrattuale. Se ciò si verificasse, la controparte potrebbe accettare la risoluzione e, a contratto concluso, richiedere un risarcimento dei danni.
Ci sono varie considerazioni commerciali da valutare quando si intende risolvere un contratto. Il rapporto con la parte con la quale si sta contraendo potrebbe essere danneggiato a seguito della risoluzione. Inoltre, se una parte risolve un contratto e in seguito cambia idea, potrebbe ritrovarsi in una posizione di svantaggio in caso di nuova negoziazione.
Prima di decidere di risolvere un contratto, le parti dovrebbero considerare soluzioni alternative come, ad esempio, una modifica del contratto, che potrebbe avere, come vantaggi, una riduzione dei costi rispetto alla negoziazione di un nuovo contratto e il mantenimento del rapporto commerciale con l’altra parte contraente. La parte che risolve deve, inoltre, verificare che non vi siano limiti espressi al diritto di recesso.
Infine, una volta deciso di risolvere il contratto, le parti dovranno considerare eventuali clausole che prescrivono una procedura di risoluzione delle controversie, tra cui l’arbitrato, la mediazione o il contenzioso, in quanto tali procedure determineranno le azioni da intraprendere in caso di disaccordo e hanno implicazioni pratiche sulla futura condotta delle parti.
La possibilità di risolvere un contratto è una funzione essenziale e una considerazione commerciale necessaria per proteggere la posizione delle parti, in particolare nel caso in cui il contratto diventi economicamente svantaggioso per una parte. Quando una parte desidera esercitare il proprio diritto di recesso, deve prima considerare attentamente le conseguenze legali e commerciali di tale azione.